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Pieve di San Giorgio

Immagine di S.Giorgio

La Pieve di San Giorgio risale al 569 d.C. e fu fatta costruire per volontà dell’Arcivescovo Agnello che aveva da poco assunto il ministero pastorale di alcune terre della diocesi di Ravenna.

La piccola chiesetta nasce con struttura ad aula unica, con un pavimento completamente decorato a mosaico e dotata di fonte battesimale. Nel corso della sua storia millenaria ha subito diverse modifiche, dovute soprattutto allo stato di abbandono in cui più volte si è trovata.

Nel 1122 il Vescovo Gualterio decide di apportare migliorie all’edificio facendo aggiungere le due navate laterali, decorazioni parietali e commissionando a Giovanni da Modigliana il bel portale in marmo, realizzato con materiali di spolio, che possiamo ammirare ancora oggi con un’iconografia legata alla storia del martirio di San Giorgio e rilievi che raffigurano i 12 mesi.

Alla fine del 1500 si rendono necessari lavori di risanamento e a questo periodo risale probabilmente la demolizione delle due navate, che riportano così l’edificio ad aula unica come lo vediamo oggi.

Gli scavi archeologici effettuati nel perimetro dell’edificio ci hanno restituito numerosi reperti risalenti ad un arco temporale che va dall’Alto Medioevo (VI sec.) fino al XVII secolo che fanno ora parte della collezione archeologica del Museo Civico di Argenta.

Inoltre il parco circostante, di particolare bellezza naturalistica, posto nelle immediate vicinanze delle Valli di Argenta e Campotto, offre ai visitatori aree attrezzate con percorsi vita, piste ciclabili nel verde, punti di sosta e dotati di attrezzature per il tempo libero. 

«In occasione dell’inaugurazione dell’altare dedicato ai caduti nella Chiesa di S.Nicolò, il 4 novembre 1921, Don Minzoni menzionò la Pieve nel suo discorso:

” O vecchia terra, agitata dal soffio dei tempi nuovi, sul vecchio tronco delle tue memorie fiorisca anche per te, pel sangue dei tuoi figli, una nuova vita.

Non le lotte violente, non l’odio che divide ed opprime, generano la giustizia e la pace, cui aspiriamo, ma l’amore cristiano che le disuguaglianze sopprime e avvince i cuori. La vita si rinnova incessantemente attraverso al dolore nel bacio di un ideale sovrumano.

La tua vecchia Pieve, rimasta nella palude unico ricordo di una età scomparsa, ci parla dai secoli lontani di questa vita che fluisce e rifluisce oggi tra le mura del tempio, dove ci riuniamo a ricordare e pregare.

Quivi ritorni il nostro popolo a vivere, sì, in più stretta comunione con i suoi morti, ma nello stesso tempo ad imparare la verità che dà un senso superiore alla vita e rende santo il dovere e meritorio il sacrificio, a rinnovarsi nell’amore di Colui che dalla croce abbraccia i vivi ed i morti. E prepara a quanti lottano e soffrono nel suo nome un regno di eterna giustizia.

Come sui terreni emergenti dalle acque rifiorisce la natura e l’umana operosità, così sulla società emersa dalle lacrime e dal sangue deve rifiorire la vita nuova, che deve essere e sarà cristiana, se si vuole che gli uomini vivano non come bruti, ma come fratelli.

Il soffio di questa vita nuova trovi pure tra noi i nuovi disposti ad accoglierlo, perchè anche qui sia continuata e compiuta l’opera di Coloro i quali si sono sacrificati per la fortuna d’Italia”.»

Scritti di don Minzoni a cura di Nicola Palumbi, Reggio Emila Diabasis 2011

Indirizzo Google Maps

Parco della Pieve di San Giorgio

Via Cardinala, 44011 Argenta FE